Legge di finanza per l’anno 2019
Il governo di Giuseppe Conte è riuscito a far approvare alla fine dell’anno 2018 (dopo alcune modifiche degli ultimi minuti per adeguarsi alle richieste delle alte autorità dell’Unione Europea) la legge di finanza per l’anno 2019[1].
Questa legge finanziaria è interessante perché molte disposizioni possono interessare gli espatriati, è ad esempio detto che i pensionati che si stabiliscono nel sud dell’Italia possono beneficiare di una fiscalità ridotta su tali redditi (7% per ciascuno dei periodi fiscali di validità dell’opzione.). Questo vantaggio fiscale è ovviamente condizionato, come segue:
- Essere pensionato (nel caso della Francia essere pensionato dal settore privato, questo tipo di regime è incompatibile per i pensionati del settore pubblico con la convenzione fiscale firmata tra l’Italia e la Francia)[2] ;
- Disporre di redditi pensionistici che vengono dell’estero;
- Trasferire la residenza principale in una delle seguenti regioni: Puglia; Calabria; Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise, Sardegna o Sicilia;
- Che la città di stabilimento del domicilio ha meno di 20.000 abitanti.
Non sono solo i pensionati stranieri a poter beneficiare di un regime fiscale privilegiato, ma anche gli imprenditori individuali, la loro situazione migliorerà, poiché si prevede che a partire dal Primo gennaio 2020, un’imposta sostitutiva la cui aliquota sarà del 20%.
Anche quest’aliquota unica è condizionata, perchè:
– Riguarderà gli imprenditori individuali;
– Con redditi da attività compresi tra 65001 e 100000 EUR.
Questo tipo di misura esiste già per i lavoratori autonomi che esercitano attività d’impresa (commerciale), una professione liberale o artistica che percepiscono un reddito massimo di 65.000 euro e imposta ad un tasso fisso del 5% per le start-up e di 15% per gli altri. Tuttavia, l’ultima legge finanziaria ha innalzato il massimale del reddito da percepire (nel passato era di 50.000 euro).
È quindi interessante essere pensionato o di un imprenditore o lavoratore autonomo in Italia se non si superano le soglie fissate dalla legge.
Questi diversi regimi di favore, che non sono esaustivi, (essendo stati citati solo i più interessanti a nostro avviso) rientrano in un approccio strutturale dell’Italia, che invita molti contribuenti a stabilirsi nel paese.
[1] LEGGE 30 dicembre 2018, n. 145.
[2] Convenzione tra il governo della Repubblica francese e il governo della Repubblica italiana, al fine di evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e di prevenire l’evasione e la frode fiscale, firmata a Venezia il 5 ottobre 1989.
Questa volontà legislativa (e politica) è stata fortemente accentuata, con la creazione di un’imposta forfettaria di 100.000 euro all’anno su tutti i redditi esteri per le persone fisiche che diventano residenti italiani dopo un periodo di almeno 9 anni di residenza al di fuori dell’Italia.
La durata del regime di favore è tuttavia limitata nel tempo, poiché tale imposta forfettaria potrà essere pagata annualmente soltanto per un periodo di 15 anni.
Per essere assoggettata a questa imposta forfettaria, deve fare una domanda all’amministrazione fiscale italiana.
Questa richiesta è personale e non include le imposti dovute dagli altri membri della famiglia, tuttavia questo regime forfettario può essere esteso ai questi membri (i membri della famiglia sono ampiamente apprezzati) in questa ipotesi l’importo dell’imposta è ridotto a 25 000 EUR per membro supplementare che beneficia di questo regime.
Questa imposta forfettaria si applica ai tutti i redditi che vengono dell’estero, al valore delle attività finanziarie detenute all’estero e al valore dei beni situati all’estero.
Il regime è quindi molto favorevole alle persone che hanno grandi patrimoni e redditi che vengono o detenuti all’estero.